domenica 30 settembre 2012

Suolo e sottosuolo

La Società Adriatica di Speleologia ha organizzato un’iniziativa divulgativa e di promozione intitolata “Suolo e sottosuolo tra natura e cultura - La vita nel suolo sopra e sotto”.

Sabato 29 settembre, presso lo Speleovivarium Erwin Pichl alle ore 18, si è tenuto il concerto di apertura del complesso Neighbours e la proiezione del video didattico “Proteus evolution”.

Domenica 30 settembre, in Piazza Carlo Alberto dalle ore 10 alle 16, sono stati organizzati interventi e giochi per bambini e famiglie per scoprire i segreti del sottosuolo della piazza, con
laboratori aperti a tutti, arricchiti da pannelli e modelli tridimensionali.


sabato 29 settembre 2012

Articolo su Il Piccolo

La stampa parla di ancora noi.
Sull'edizione del 29 settembre 2012 del quotidiano locale Il Piccolo, a pag. 33, è apparso un articolo che riguarda l'attività dell'Adriatica.
Tratto da uno scritto di Marco Restaino, l'articolo descrive le ultime esplorazioni condotte da Rocco Romano e Lorenzo Slama che hanno portato alla scoperta della grande risorgiva del monte Sart, presso Tamaroz in val Raccolana.


martedì 25 settembre 2012

Grotte irlandesi

Nel corso di un recente viaggio sono state visitate alcune grotte turistiche dell'Irlanda.
In particolare è stata percorsa la Doolin Cave, nella regione del Burren lungo la costa ovest dell'isola. Si tratta di una cavità formata da stretti cunicoli e da alcune caverne che, per le caratteristiche presentate normalmente dalle grotte irlandesi, gli speleo locali considerano particolarmente bella e spettacolare. Eravamo quindi molto curiosi di vedere la Great Stalactite sita in una grande caverna, ma devo dire che l'impressione finale è stata alquanto deludente. La grande concrezione, l'unica di tutta la grotta, è una bella stalattite lunga circa 7 m. Sicuramente un'eccezione per l'Irlanda, ma non particolarmente entusiasmante per i frequentatori del Carso. La grande sala, poi, sarà stata lunga 20 metri ed alta non più di 14. Bisognerebbe quindi portare gli speleologi del luogo a visitare la grotta Gigante, la caverna Lindner a Trebiciano o gli ampi vani della grotta Impossibile, per spiegare loro cosa vuol dire "grande caverna".
Abbiamo visto, comunque, cosa vuol dire per gli Irlandesi una grotta turistica: poco da vedere nel sottosuolo (vani in maggior parte scavati e disadorni) ma grande pubblicità, molta enfasi nelle descrizioni e tanti servizi all'esterno.


The Great Stalactite (Foto Guglia)

domenica 23 settembre 2012

"Pochi ma Boni" in REAL


Sono in tre (Rocco, Jenni e Siba) con l’intento di allargare la strettoia a –200 m per scendere il pozzo sul quale ci si era fermati la volta precedente, in REAL.
Risalita la parete, viene filata una corda nuova lasciata all’ingresso l’ultima volta e, con grande disappunto, si può notare come qualche simpatico animaletto ha ben pensato di farci colazione, rosicchiando la calza e portando l’anima a vista in più punti.
A parte questo inconveniente, si scende veloci e si arriva subito a –200 m dove si comincia ad allargare il cunicolo. Disponendo di 2 batterie per il trapano, si decide di dedicarne una allo scavo e l’altra per proseguire nell’esplorazione.
Relativamente alla disostruzione, il meandrino che segue alla strettoia porta a un pozzo, dove i tre esploratori si riuniscono con i sacchi di materiale.
Predisposto l’attacco della corda, Rocco inizia a scendere e, dopo pochi metri, il pozzo si fa sempre più ampio. Si deve continuamente pendolare alla ricerca della parete per armare, finché non finisce la corda di 120 m.
Scende quindi Siba con l’altra corda e da questo punto in poi la posizione dei frazionamenti sarà decisa dai segni lasciati dai denti del simpatico roditore. Comunque il pozzo si fa progressivamente più stretto, ma sempre di dimensioni notevoli. Oltrepassata una finestra molto interessante, Rocco viene abbandonato dalla batteria del trapano, e quindi si risale completando il rilievo della parte visitata.
Il giorno dopo sovrapponendo i rilievi del ROLO e del REAL, risulta evidente che finiremo nella “sala del dildo di Adriano” a –400 circa…


Vedi anche le notizie pubblicate in data 22/07/2012, 29/07/2012 e 19/08/2012.

sabato 22 settembre 2012

Vittoria al JAMNARKULT

Tutto nasce un paio di mesi fa, quando il comitato organizzativo delle grotte e parco di San Canziano ci invitò a presentare un piccolo elaborato attinente alla divulgazione didattica della speleologia.
L'offerta a partecipare ad una loro rassegna nasce dall'iniziativa di Borut Lozei, uno dei responsabili delle grotte di San Canziano, con il quale la Società Adriatica di Speleologia ha stretto ormai da anni rapporti di collaborazione.
Il concorso - che si e' svolto a Matavun presso Divacia, località nel parco delle grotte riconosciuto patrimonio mondiale dell' umanita'dall'Unesco- è lo JAMNARKULT, festival del film e documentario di grotta, natura e cultura, di Scocjanske Jame, nell'ambito del quale numerosi enti, associazioni speleologiche, professionisti indipendenti e addirittura reti televisive (una ventina circa i filmati proiettati in totale) hanno presentato i propri video-documentari inerenti il mondo del sottosuolo.
Per il sodalizio dell'Adriatica è stato un onore ricevere l'invito al concorso, ma, vista la professionalità e le esperienze nel campo degli altri partecipanti, si è deciso di intervenire con un breve  video purchè proiettato fuori concorso.
In poche settimane è nato "Proteus evolution", da un' idea di Edgardo Mauri, a cui hanno collaborato Alberto Maizan e Luciano Longo.
Il video, unico in inglese, della durata di quasi quindici minuti, è frutto di una laboriosa ricerca a livello globale di dati ed immagini relative al Proteo, animale simbolo delle acque del sottosuolo carsico locale.
Si è evidenziato il parallelismo tra il Proteo e del suo parente più stretto vivente in Nord America, il Necturus. Ambedue discendono dal "proto-proteo" che viveva milioni di anni fa in un territorio che solo "geologicamente di recente" si è suddiviso creando la geografia dei continenti ora nota a tutti. Nelle nostra area l'antenato comune, a causa probabilmente di problemi climatici come le glaciazioni, si è rifugiato nelle grotte, modificando il suo aspetto e le abitudini, diventando quello che oggi conosciamo come Proteo.
In America altre particolari situazioni hanno portato il "proto-proteo" a diventare Necturus, un anfibio non di grotta, ma adattato alle fredde acque, che dal fondo dei laghi solo di notte si spinge in prossimità della superficie.
Immagini dunque ricevute in prestito da studiosi del settore d'oltre oceano, dalla Slovenia, ma anche girate allo Speleovivarium dell'Adriatica a Trieste, ed alcune sequenze concesse dalla casa di produzione triestina "Fantastificio". In più dei brani di sottofondo creati per l'occasione dal gruppo musicale Neighbduts  di Trieste.
Il tutto senza pretese....infatti  immaginare la nostra sorpresa quando anzichè esser fuori concorso ci siamo ritrovati a  gareggiare in una delle tre giornate, nelle quali ad ogni relativa serata si premiava un video che sarebbe andato in finale.
E l'impensabile sorpresa, poi, nel vincere dapprima la serata, e successivamente addirittura il premio finale!
Diverse le motivazioni che hanno portato la giuria della manifestazione a premiare "Proteus evolution": la sinteticita' del prodotto, che, nulla togliendo all'alto valore didattico del lavoro, affronta in maniera chiara i diversi e difficili argomenti dalle origini all'evoluzione e specializzazione di alcuni animali; l' importanza delle aree carsiche a livello mondiale e la loro salvaguardia, anche per tutelare i particolari ecosistemi che vi ospitano.
Oltre a queste tematiche cosmopolite, una particolare attenzione riservata all'area nelle quali viviamo, il Carso classico, le nostre grotte, e gli straordinari ed unici animali che  li rappresentano, in primis il Proteo.

Edgardo Mauri con il meritato premio

Il vincitore con gli organizzatori della manifestazione
























Il trofeo in palio vinto dalla SAS

giovedì 20 settembre 2012

Aggiornamento Luftloch 1/2012

Mese dopo mese, uscita dopo uscita, riusciamo a creare dal niente un passaggio lungo 3 m con una sezione di 1,5 m d'altezza per 1 m scarso di larghezza, dimensioni più che sufficienti per poter lavorare con una certa comodità.
La difficoltà principale è stata quella di riuscire a seguire la mini fessura: tra materiali di risulta, piccole vene della roccia e fratture create dai nostri sbancamenti, abbiamo passato diverse giornate a scavare seguendo semplicemente il nostro intuito.
Dopo i primi 3 m sub-orizzontali, ne abbiamo dovuto affrontare ulteriori 3 in verticale e così procedendo nello scavo, dall’inizio della fessura e per uno sviluppo di oltre 6 m, è passato un altro anno.
In una fase di particolare sconforto, vista l'esiguità della prosecuzione seguita, si stava quasi per decidere di bloccare i lavori sino l'avvento di una provvidenziale piena che ci desse conferma della validità degli scavi effettuati sino a quel momento... ma è bastata la sola minaccia di abbandonare i lavori che, incredibilmente, un colpo di demolitore è andato completamente a vuoto, mettendo in luce un meandrino che, se messo a confronto con le fessure precedenti, presentava finalmente dimensioni più ragionevoli.
Dopo aver approfondito e debitamente allargato il meandrino in ulteriori uscite, è risultato che questo proseguiva, sempre in fessura, sia a destra che a sinistra.
Come tante altre volte nella storia di questo scavo, eravamo arrivati all'ennesimo bivio, e non rimaneva che aspettare l'arrivo delle piogge per ritrovare il respiro profondo del Timavo che ci indicasse la giusta via.

Cunicolo scavato sul fondo della cavità





Lavori in corso ...

domenica 16 settembre 2012

Risorgiva del monte Sart

Per gli speleologi in cerca di nuove grotte, che siano esse in Carso o in montagna, rivestono importante ruolo le segnalazioni di villici, cercatori di funghi, cacciatori; ma spesso le informazioni sono inesatte, esagerate, talvolta infondate....
Invece in questa occasione Lorenzo Slama e Rocco Romano, investiti da un vento gelido, non potevano credere ai propri occhi....
La storia inizia due anni fa quando gli esploratori della Società Adriatica di Speleologia iniziano una mirata ricerca di nuove cavità nella zona del Bila Pec, sul massiccio del monte Canin. Dopo 60 metri di arrampicata in parete, all'interno di un ballatoio naturale, Lorenzo e Rocco scoprono un profondo abisso, denominato Rolo, che per ora raggiuge "solo" 700 metri di profondità, e nei dintorni altre grotte ancora in fase di esplorazione. Entusiasti degli importanti risultati, quest'estate le ricerche proseguono sul vicino Monte Sart, dove in una zona priva di cavità conosciute, la segnalazione di un cacciatore che vive nel paese di Tamaroz, nella Val Raccolana, incuriosisce i due speleologi.
Il cacciatore segnala infatti la presenza di una caverna a circa 800 metri di quota sul versante settentrionale del Sart, dalla quale fuoriesce un forte vento e talvolta un consistente getto d' acqua....
Iniziano le ricerche nella zona indicata, ma non si rinviene nulla, forse a causa del territorio impervio o perché la segnalazione, come spesso accade in questi casi, è difficilmente interpretabile. Ma la caparbietà premia gli esploratori e durante un'altra battuta di zona avviene un nuovo incontro casuale con il cacciatore, il quale, braccato dai due, dopo qualche momento di iniziale esitazione cede, accompagnando i due curiosi su per le balze del monte.
Dopo mezz'ora i volti dei due speleo iniziano a sbiancare, non hanno ancora visto nulla ma si ritrovano in un canalone investiti da una costante, gelida corrente d’aria di 5°C, che li lascia sconcertati dato che la temperatura esterna è di quasi 30°C.
Ancora venti metri d'arrampicata tra massi instabili, per scoprire che l'aria scaturisce da un portale di 8 metri per 6 d'altezza, e nessuna traccia di passaggio umano precedente alla loro. Un sogno speleologico....concluso subito dopo, con le batterie scariche dell'unica luce di cui disponevano.
La settimana successiva, assieme ad altri soci dell'Adriatica (e diverse batterie di ricambio!) Rocco e Lorenzo illuminano condotte formate dall'acqua, caverne, meandri, un torrente sotterraneo con laghi e cascate, per un totale di oltre 700 metri per piu' di 100 di dislivello positivo ed ancora tanto, tanto da esplorare...nel cuore del monte Sart.
"Abbiamo capito da subito l'importanza e l'eccezionalità della scoperta", commentano Lorenzo e Rocco, "in quanto in zona non vi sono altre cavità rilevate, e la grotta più simile in zona è il noto Fontanon di Goriuda, che drena le acque del monte Canin, ma che si trova ad alcuni chilometri di distanza. Questa nuova sorgiva che abbiamo appena iniziato ad esplorare è percorsa probabilmente da acque di un sistema di raccolta ancora tutto da delineare e delimitare.  Il problema maggiore da risolvere per le esplorazione è ora l'aggiramento di un lago lungo 18 metri che si trova a qualche centinaio di metri all'ingresso della grotta sorgiva e che, anche con poca pioggia, diventa sifonante, precludendo ogni possibilità d'avanzamento."
Alla risoluzione dell'inconveniente ci penserà la Sezione Scavi Walter Maucci, dell'Adriatica, che ormai negli anni si è specializzata in disostruzioni nel sottosuolo. "Abbiamo individuato un cunicolo", spiega Marco Restaino, "che opportunamente allargato e svuotato, diventerà il by pass per aggirare il lago. Ci vorranno diverse giornate di lavoro ma così facendo si eviterà d’immergersi nell'acqua gelida a 5°C sino al collo per arrivare nelle zone asciutte da dove proseguire le ricerche, e si avrà sempre una via di fuga libera e sicura in caso di piene improvvise, frequenti in questa tipologia di grotta". In previsione della stagione invernale si dovrà inoltre allestire un sicuro percorso di avvicinamento visto che nessun sentiero si accosta alla grotta e l’avanzamento lungo il canalone può rivelarsi pericoloso.
“Realizzato il bypass e facilitato l’avvicinamento” continua Marco “potranno proseguire le esplorazioni e, contemporaneamente, avviare una campagna di studi idrologici e geochimici per caratterizzare l’acqua di questa sorgente solo oggi individuata e delineare così il suo bacino di alimentazione. Ė questa infatti una necessità imprescindibile per la tutela del patrimonio idrico regionale e l’Adriatica di Speleologia è, sin dalla sua costituzione, impegnata in questo settore.
Noi speleologi con gran piacere sveliamo i segreti delle viscere della terra, ma sia le attrezzature che ci permettono di essere geografi del sottosuolo, sia le eventuali analisi dell'acqua, dell'aria e delle rocce, hanno dei costi, che coi fondi di cui disponiamo, non possiamo sobbarcarci.
Infatti si sta già predisponendo un protocollo di ricerca che sarà redatto con l’Università degli Studi di Trieste per ottimizzare la campagna di studi che sarà avviata a breve.”

Grande lago nei pressi dell'entrata (Foto Romano)
Gli esploratori Lorenzo e Rocco

Passaggio con canotto in un tratto allagato (Foto Maizan)

lunedì 10 settembre 2012

Cavità artificiali siciliane

In concomitanza con l'8° Convegno Nazionale sulle CA, assieme ad un nutrito gruppo di speleo italiani, siamo andati a visitare alcune cavità artificiali in terra siciliana. Siamo partiti dalle spettacolari latomie di Ibla, grandi cave sotterranee di pietra da costruzione, abbiamo percorso dei rifugi antiaerei a Vittoria ed una miniera di asfalto vicino Modica. Molto particolare anche il ninfeo presso il teatro greco di Siracusa, ancora alimentato dal suo vecchio acquedotto.
Si è trattato di un semplice assaggio riguardante le opere sotterranee di origine antropica presenti sull'isola, ma ogni visita di questo genere, quando si ha la possibilità di percorrere cavità nuove di una tipologia non presente nella tua città, è comunque sempre interessante.

Le latomie di Ibla



I rifugi di Vittoria



La minera presso Modica



Il ninfeo a Siracusa


domenica 9 settembre 2012

Convegno Nazionale su Cavità Artificiali

I giorni 7, 8 e 9 settembre si è svolto a Ragusa Ibla l'XIII Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, organizzato dal Centro Ibleo di Ricerche Speleo-idrogeologiche sotto l'egida della Commissione Nazionale Cavità Artificiali della SSI.
Ottima è risultata la sede dell'iniziativa (il Teatro Donnafugata) e di notevole livello gli interventi proposti. Si è discusso di cave, miniere, rifugi, acquedotti e villaggi rupestri. Interessanti i lavori riguardanti la geologia e l'archeologia. Complessivamente è stata una buona occasione per approfondire la conoscenza delle cavità artificiali siciliane (e non solo) e di conoscere numerosi speleologi provenienti da tutta Italia.

Una fase del Convegno (Foto Guglia)