La mattinata della domenica è stata dedicata a delle misurazioni
specifiche delle caratteristiche dell’aria uscente dalla grotta denominata
Luftloch.
Già si sapeva, purtroppo, che l’aria della cavità presenta un deciso calo
della percentuale di ossigeno in qualche modo proporzionato alla profondità e
le difficoltà riscontrate per scavare sul fondo l’hanno ampiamente dimostrato.
Ma se diminuiva la percentuale dell’ossigeno, come variavano le quantità
degli altri gas?
Per il momento ci siamo concentrati sull’anidride carbonica, che pensiamo
sia un elemento fondamentale per quanto riguarda l’eventuale rischio degli
speleologi, e abbiamo realizzato alcuni strumenti di misurazione specifica.
Si tratta di rilevamenti preliminari, che non permettono - per il
momento - di definire valori assoluti, ma è emerso chiaramente come, rispetto
ai valori dell’aria esterna, quando si è proceduti alla misurazione della
percentuale di anidride carbonica presente nell’aria di profondità (aria
pompata dal fondo attraverso la tubazione di estrazione forzata) i valori della
CO2 sono saliti alle stelle.
Quindi, abbiamo un’unica certezza: scendendo verso il fondo della
Luftloch, cala notevolmente la percentuale dell’ossigeno nell’aria e sale
contemporaneamente la percentuale dell’anidride carbonica.
Se sotto l’aspetto esplorativo questo rappresenta grossa difficoltà per
una progressione in sicurezza, rimane la grande incognita legata al perché questo
particolare fenomeno si presenti proprio in questa grotta.
Le ipotesi al vaglio sono tante e le ricerche continuano.
Durante le misurazioni (Foto Maizan) |