domenica 19 agosto 2012

Campo estivo 2012 in Canin


Forse non tutti sanno che quest’anno anche l’Adriatica ha avuto il suo piccolo campo in Canin, con lo scopo principale di esplorare in nuovo abisso trovato sopra il ROLO a quota 1820 m s.l.m. e chiamato “The Dark Side Of The Real Bilapec”, per gli amici solo REAL.
Hanno partecipato al campo Rocco, Jenni, Mauri (in giornata) e Adriano Balzarelli (CGEB), con la calorosa compagnia di Irene e Fabio gestori del rifugio Gilberti.

La prima giornata è stata dedicata alla sistemazione dei 100 metri di corda in parete, al trasporto del materiale all’ingresso e al disgaggio dell’attacco del pozzo che dai secondi di caduta delle pietre incuteva rispettoso timore (17 secondi!).

Il giorno dopo, purtroppo senza Mauri e il suo contributo, si ritorna all’attacco del pozzo e con una rete metallica, cavi d’acciaio e poliuretano espanso si blocca definitivamente la frana.

Il terzo giorno, finalmente, arriva il momento di scendere il pozzone. Si fissa la corda all’ingresso della strettoia e ci si cala per 5 m. Si procede attrezzando la libera, frazionando ogni 20 metri per rendere la salita più comoda.
A –60 m si arriva su un terrazzo costituito da enormi massi e, a 2 metri dal fondo di questo, una breve condotta permette di affacciarsi sulla continuazione del pozzo senza dover scendere sulla china franosa con il pericolo di far cadere le tante pietre instabili.
Si continua a scendere e gli ambienti si fanno sempre più grandi. Alla base del pozzo, una china detritica blocca qualunque prosecuzione. Questo salto, alla fine, si dimostrerà profondo "solo" 120 m.
A 5 m da fondo, con un pendolo e una breve arrampicata, è possibile raggiungere, però, una finestra che si affaccia su un pozzetto di 10 m e, successivamente, su un altro di circa 20 m.
Come sempre le cose facili finiscono presto e, alla base dell’ultimo salto, l’unica prosecuzione è un meandrino alto 50, cm percorso da una piccola corrente d’aria.
Tocca a Jenni, alla sua seconda volta in Canin, infilarsi nell’angusto pertugio e lei, presa da bramosia esplorativa, non indugia!
Rocco e Adriano aspettano indicazioni in religioso silenzio, ma ben presto, presi da rimorso e preoccupazione, si tuffano anch’essi nell’infido buco. Raggiunta Jenni, si procede nell’esplorazione.
La condotta è veramente stretta (50 x 30 cm) e si passa a fatica. Alla fine si esce e ci si trova alla base di un pozzo.
L’unica continuazione è uno stretto meandro: si tolgono le imbracature e ci s’infila per vedere cosa aspettarsi la prossima uscita.
Per fortuna il passaggio non si rivela troppo lungo e dopo 20 m circa si giunge su un saltino di 8 m. Rimasti senza corde, non rimane che ritornare al rifugio Gilberti a bere un buon vinello tanto desiderato.

Il giorno dopo si decide di riposarsi un poco e si approfitta della bella giornata per verificare qualche ingresso: il primo è un buco vicino a sella Bilapec ostruito dalla neve, il secondo si trova in direzione di sella Ursic. Si decide per quest’ultimo ma, una volta localizzato, troviamo una scritta battuta sulla roccia “C.A.I. Varese”. Sembra che sia un buco visto negli anni 80-90, ma di cui nessuno sa niente. La notevole quantità d’aria che aspira l’ingresso è sintomo di buon auspicio.
Rocco s’infila nella frana e si ritrova su un pozzo di circa 40 m. Con poca attrezzatura, inizia le operazioni di armo e scende su una corda da 9 mm (in verità arrampica in discesa per una ventina di metri) per poi risalire quando il pozzo spalanca. Questa grotta si è rivelata molto interessante e sarà sicuramente tra le future priorità!
La giornata prosegue con una bella camminata sotto sella Ursic, dove si verifica qualche buco: niente di particolarmente interessante ma la zona può celare delle belle sorprese.

Il quinto giorno si ritorna al REAL, con l’obiettivo di scendere l’ultimo pozzetto visto e rilevare. Scendono Rocco e Jenni con poco materiale, mentre Adriano arriva fino a –100 m per vedere una finestra a metà pozzo che però, data l’instabilità di una frana, verrà controllata più avanti, in fase di disarmo. La condotta che tanto aveva fatto penare la volta precedente, viene passata al meglio con l’esperienza acquisita, mentre nel meandrino seguente, a causa dei sacchi, si patisce non poco.
Per scendere il saltino, è necessario posizionare un fix a 45° perche non c’è modo di far stare il trapano diritto!
Rocco si cala e sul fondo trova una bella pozza con acqua e un piccolo torrentello che prosegue in meandro. Questo viene affrontato in alto, in cerca di un punto accessibile, ma non si passa! Bisogna impugnare nuovamente la mazzetta e con 10 minuti di lavoro si allarga la strettoia: oltre si spalanca un pozzone stimato 180-200 m.
Rocco e Jenni ricominciano a salire rilevandosi tutta la grotta e all’uscita li aspetta l’amico Adriano, con cui c’è ancora una giornata da condividere.

Per quanto riguarda l’ultimo giorno, c’è minaccia di pioggia e quindi si decide per una battuta di zona in cima al Bilapec.
Si punta subito a dei buchi già individuato dal basso, ma raggiungerli si rivela più complicato del previsto. Si raggiunge, quindi, l’orlo del paretone, dove Adriano individua un pozzo promettente.
Si tratta di un salto profondo una ventina di metri posizionato proprio sul ciglio e, infatti, una finestra in parete illumina a giorno il fondo del pozzo, che però chiude in maniera inesorabile. Peccato!
Si risalgono i pendii erbosi e così è possibile individuare un karen con delle correnti d’aria anomale: si spostano subito dei massi incastrati ma il lavoro di disostruzione si rivela parecchio complicato e quindi viene rimandato a futuro.
Proprio alla fine, mentre si decide di ritornare, una piccola macchia scura in un canalino incuriosisce Rocco, ed effettivamente qualcosa c’è. Solito lavoro di sbancamento e finalmente si apre un pozzo profondo circa 15 m. Non abbiamo corde, quindi… si ritornerà.
Non mancherà certo l’attività nei prossimi anni.


Vedi anche le notizie pubblicate in data 22/07/2012 e 29/07/2012.

martedì 14 agosto 2012

Sotterranei dei Gesuiti alla radio

Secondo appuntamento su RadioUno, con il giornalista Massimo Gobessi
Dopo la trasmissione dedicata all'Acquedotto Teresiano, oggi a partire dalle ore 11:05 si è continuato a parlare di cavità artificiali e della SAS. Per una ventina di minuti il giornalista ha intervistato gli autori del libro "Trieste Sotterranea" chiedendo notizie e curiosità sulla pubblicazione e sul lavoro svolto dall'Adriatica negli ultimi 28 anni nel sottosuolo di Trieste. La trasmissione radiofonica ha quindi cambiato argomento ed ha descritto una visita ai Sotterranei dei Gesuiti sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore. Si è discusso quindi di cunicoli in Cittavecchia e di antiche leggende popolari. Si è trattato sicuramente di un'altra proficua occasione che ha permesso di divulgare quanto fatto dalla società nel campo delle ricerche sulle opere sotterranee cittadine di origine antropica.

mercoledì 8 agosto 2012

Serata a Sagrado

Il giorno 7 agosto alle 20.30 si è tenuto, presso l’Agriturismo Milič di Sagrado/Zagradec (Zgonico/Zgonik – TS) un incontro che ha visto come protagonista la Società Adriatica di Speleologia. 
Dopo una introduzione generale da parte di Sergio Dambrosi sul problema dell'approvvigionamento idrico, è stato proiettato il film/documentario “Alla ricerca del fiume nascosto” realizzato da Tulio Bernabei per la National Geographic. 
Le immagini sono state commentate da Marco Restaino e la partecipazione di pubblico è stata notevole.


Un'immagine della serata

lunedì 6 agosto 2012

Uscita a Vinaio

In data 5 agosto 2012 abbiamo avuto un'interessante occasione per approfondire le nostre conoscenze del territorio della Carna.
Invitati dall'amministrazione cumunale di Lauco, in occasione della festa del patrono della frazione di Vinaio, abbiamo potuto visitare alcune grotte, verificare alcune fessure interessanti da scavare (ritorneremo!) e di percorrere una parte della grande forra del torrente Vinadia. L'uscita, a cui ha partecipato una folta rappresentanza sociale, doveva concludersi con una piccola conferenza e la proiezione del documentario "Alla ricerca del fiume nascosto", ma una serie di ritardi ha impedito lo svolgersi di quest'ultima attività. 
Da segnalare, comunque, la bellezza dei posti e la bontà dei chioschi eno-gatronomici.

































domenica 29 luglio 2012

Esplorazione in REAL


Non è cosa da poco attrezzare le corde fisse e portare il materiale all’ingresso della grotta, ma Rocco, Lorenzo (Lolo) e Adriano si trovano finalmente all'imboccatura dell'abisso REAL, nel punto raggiunto qualche giorno prima.
Si segue la via più evidente: la galleria d’ingresso dopo una quindicina di metri diventa meandro e sprofonda in un saltino di 7 m. Lorenzo lo scende subito, ma alla base il passaggio si fa subito troppo stretto e quindi risulta necessario traversare e affrontare il meandro nella parte alta. Si fatica a passare anche senza attrezzatura, finche non si arriva davanti a un nido di gracchi illuminato dalla luce esterna.
Praticamente, con grande delusione, si sbuca sul meandro che era stato arrampicato in esterno.
Da altre parti non si passa e quindi si ritorna indietro.
Quasi arrivati all’ingresso, però, Lolo s’impegna in un’improbabile arrampicata e salito un meandro per una decina di metri, si raggiunge finalmente il “nero”. Fissata la corda sulla risalita, si supera un piccolo saltino che ci si affaccia su un bel pozzo non molto profondo, circa 40 m, ma dalle dimensioni notevoli. Giunti alla sua base si stenta a trovare la giusta prosecuzione ma da un piccolo cunicolo, non abbastanza grande da poterci entrare, esce una discreta corrente d’aria. S’inizia così un ennesimo scavo: la roccia per fortuna è abbastanza marcia, così con il semplice lavoro della mazzetta si riesce ad avere la meglio sul passaggio.
Gettati dei massi nel vuoto sottostante, si comincia a contare: 1,2,3,.. 17 secondi. Saranno almeno 120-150 m o più ?
Si armo l’attacco della corda e si passo la strettoia: sotto un grande vuoto e tanto “nero”.
Viene deciso di rimandare la discesa alla prossima volta, perché sci vorrà un grande lavoro per mettere in sicurezza la china detritica che si affaccia sulla strettoia e sul successivo pozzo.


Vedi anche la notizia pubblicata in data 22/07/2012.

martedì 24 luglio 2012

Acquedotto Teresiano alla radio

Questa mattina, alle ore 11.30 su RadioUno, è stata presentata una trasmissione radiofonica che è stata registrata nelle gallerie dell'Acquedotto Teresiano. Il giornalista Massimo Gobessi ha prima intervistato la presidente dell'associoziane Il Capofonte Mariagrazia Beinat, ha quindi affrontato assieme a Paolo Guglia la discesa nelle gallerie superiori dell'acquedotto. E' stata un'occasione per parlare dei lavori svolti dalla Sezione di Speleologia Urbana della Società Adriatica di Speleologia, del problema dell'approvvigionamento idrico della città e dei tanti cunicoli scavati per ordine dell'imperatrice Maria Teresa a partire dalla metà del 18° secolo.

domenica 22 luglio 2012

“The Dark Side Of The Real Bilapec”


Con l’amico Marco Giuffrida, Rocco si presenta sotto la parete del Bilapec, questa volta non per andare in ROLO, ma per aprire una via di arrampicata sportiva. Questa via passa, guarda caso, vicino a delle interessanti aperture in parete e ovviamente si avrà l’occasione di darci un’occhiata.
Già al quarto tiro di corda quella che dal basso sembrava una semplice fessura si rivela un vero e proprio meandro, alto 20 m e percorso da un vento gelido, ma troppo stretto per entrarci in pantaloncini corti e maglietta. I due climber preferiscono finire il tiro e raggiungere una cengia dove dal basso s’intravvedeva una caverna.
Con un traverso in cengia, piantato un fix e dopo una calata di 5 m, è subito evidente che si tratta di qualcosa di speciale: un ingresso a galleria spettacolare, a 120 metri di altezza in parete, con una vista da togliere il fiato.
Fatta l’importante scoperta, i due proseguono la loro scalata…

Il futuro abisso sarà chiamato “The Dark Side Of The Real Bilapec”, per gli amici solo REAL

venerdì 16 marzo 2012

Dolce & Salata 2012


Giovedì 15 marzo si è svolto, presso il Circolo Culturale Igo Gruden.di Aurisina, il primo incontro dell'iniziativa "Dolce & Salata" promossa dall’Area Marina Protetta di Miramare con la collaborazione di AcegasAps e il contributo della Provincia di Trieste.
Il programma della serata, dal titolo: “Acqua-e-Cultura” ha visto gli interventi di Maurizio Radacich (I mulini delle risorgive del Timavo) e di Ruggero Calligaris” (La galleria del monte Berciza, da acquedotto provvisorio a stazione di ricerca). Hanno poi intrattenuto i presenti due soci della SAS: Paolo Guglia con un intervento sulle Sorgenti di Aurisina e Marco Restaino, che ha parlato delle grotte soffianti del Carso.
Si è trattato di una positiva occasione per parlare della nostra attività e delle ricerche svolte.


giovedì 1 marzo 2012

Lavori alla Luftloch

E' apparsa sul quotidiano Il Piccolo la replica della SAS, a firma Marco Restaino, relativa ad una precedente segnalazione pubblicata sullo steso giornale, riguardante i lavori in corso alla grotta Luftloch. Il lettore chiedeva a che punto si trovassero le esplorazionii e quindi abbiamo precisato le difficoltà incontrare ed il progresso degli scavi.E' stato necessario allargare a dimensioni più “umane” cinque strettoie lungo il percorso, abbiamo prolungato l'impianto elettrico e infine abbiamo steso il tubo per il sistema di ventilazione forzata sin sul fondo, in quanto nella grotta in alcuni periodi ci sono scarse percentuali d'ossigeno nell'aria probabilmente dovute ad emissioni prodotte dalla vicina ex discarica di Trebiciano.

I lavori quindi, anche se con qualche difficoltà, continuano e speriamo in prossimi risultati positivi. 



lunedì 30 gennaio 2012

Misurazioni alla Volpe

La Società Adriatica di Speleologia è impegnata, oramai da vari anni, nel monitoraggio di varie grotte soffianti. Si tratta di procedere in osservazioni precise, effettuate in stretto ordine cronologico, alle imboccature di alcune cavità (e non solo) al fine di verificare come queste si comportino in occasione degli eventi di piena del Timavo sotterraneo. Come risaputo, le grotte in diretto collegamento con il fiume Timavo ipogeo (o meglio con i suoi dreni principali) hanno tutte una caratteristica comune. Dopo intense piogge, che magari perdurano per più giorni, iniziano ad emettere - per periodi limitati di tempo - potenti soffi d’aria. Una grotta che non presenta questi flussi d’aria, pur raggiungendo il livello delle acque di base, o non arriva al fiume oppure, anche arrivando al fiume, non possiede grandi caverne finali. 
La SAS è dall’anno 2000 che sta portando avanti le sue indagini e ad ogni piena significativa del fiume, in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora, c’è qualcuno che procede alla misurazione della velocità dell’aria in uscita dalle grotte, e che riporta i dati di attivazione, di inversione e di cessazione dei soffi timavici.
Non leggeri e flebili movimenti d’aria di origine barica o convettiva, ma potenti soffi che fuoriescono dagli ingressi con velocità che possono raggiungere i 180 km/h.
I risultati parziali delle nostre osservazioni sono stati riassunti nella relazione intitolata “Un’idea controcorrente. Dopo l’erosione inversa… la Piena Inversa…”, di Marco Restaino (con il contributo di Paolo Guglia), liberamente scaricabile dal sito della nostra società all’indirizzo: http://www.sastrieste.it/SitoSAS/Pubblicazioni/La Piena Inversa.pdf.
Pur avendo attivato vari sistemi di misurazione quantitativa delle portate d’aria presenti all’imboccatura delle varie cavità, per il momento vengono considerati solamente i dati comparativi del comportamento delle varie bocche monitorate negli stessi intervalli di tempo. Si tratta quindi di semplici osservazioni, ma che permettono di descrivere sempre più lo sviluppo di un fenomeno complesso e particolare.

domenica 29 gennaio 2012

Speleovivarium Erwin Pichl


La volontà era stata già espressa durante il 21° Congresso Nazionale di Speleologia, tenutosi proprio qui a Trieste nel mese giugno. Ora, con la cerimonia svoltasi sabato nella nostra struttura didattico/museale, si è conclusa l'intitolazione ufficiale dello Speleovivarium all'amico Erwin Pichl, scomparso per una grave malattia il 28 dicembre 2010.
A lui va il merito di aver inventato e stimolato l'attività dello Speleovivarium e ci è sembrato quindi doveroso conservare in questo modo la memoria della sua lodevole opera, che è sicuramente un vanto per la città e per l'intera speleologia.

Grazie Erwin.

Targa di dedica ad Erwin Pichl (Foto Spechar)

venerdì 20 gennaio 2012

Monitoraggio alla Volpe

La società Adriatica di Speleologia ha iniziato precise indagini nella cavità denominata Abisso della Volpe (n. 155 VG) già nel 2000, individuando alcune finestre e delle fessure - tutte impraticabili - che potevano condurre a possibili prosecuzioni.
Siamo ritornati in questa cavità varie altre volte, cercando di essere presenti al suo interno in occasione di qualche piena, ma senza risultati apprezzabili. Convinti dell’importanza rivestita da questo abisso, abbiamo predisposto, nella primavera del 2011, un preciso protocollo di intervento, che prevedeva la visita immediata della grotta non appena si verificassero certe condizioni precise nel Timavo superiore (Reka).
Le condizioni attese si sono alla fine presentate in data 17 dicembre 2011.


Pronti alla discesa (Foto Maizan)

sabato 10 dicembre 2011

Concerto allo Speleovivarium

Lo Speleovivarium Erwin Pichl continua con le sue "gustose" iniziative. Sabato si è tenuto alle ore 18 un concerto della band "First Aid Shadows",  a cui è seguita l'innaugurazione della mostra intitolata "Proteo. Iconografia,  immagini, oggetti, letteratura".
L'introduzione alla manifestazione è stata fatta dal dott. Nicola Bressi dei Civici Musei Scientifici di Trieste ed è da segnalare l'interessante partecipazione del noto scrittore Veit Heinichen.Tanti complimenti per l'organizzazione ad Edgardo Mauri ed Isabella Abbona.


Manifesto dell'iniziativa

martedì 6 dicembre 2011

Corso sociale

Vista la presenza di un agguerrito gruppo di nuovi soci, è stata organizzato un corso interno sociale per avvicinare i neofiti all'affascinante mondo delle grotte: varie uscite in alcune delle cavità più belle del Carso, tanta tecnica e numerosi incontri in sede per affrontare le principali tematiche teoriche.
Un grande "in bocca al lupo" a Jenny, Mauri, Max, Piero e Angela con tanti auguri per la futura attività speleologica.


Foto di gruppo durante un'uscita (Foto Guglia)

giovedì 1 dicembre 2011

Quaderno n. 1

Quaderno di Speleologia Urbana n. 1/2011

Documentazione ed analisi della cavità in zona Baia di Sistiana
 

di Marco Gubertini (con il contributo di Tatiana Crivilliè, Paolo Guglia, Alberto Maizan, Giuseppe Masarin, Francesca Midena, Piero Slama)

Il Quaderno di Speleologia Urbana n. 1/2011 inaugura una serie di pubblicazioni che, a cadenza semestrale, intendono presentare l’attività in cavità artificiali svolta dalla Società Adriatica di Speleologia.

Questo primo numero riguarda l’area della baia di Sistiana situata in provincia di Trieste. Questa zona, interessata da interventi antropici sin dall’epoca dei castellieri, è stata utilizzata per secoli come cava di calcare ed in seguito fortificata durante i due conflitti mondiali. In questi luoghi, ormai da decenni, la realtà e la leggenda si inseguono.

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pagina dedicata al Quaderno n. 1/2011



In una cavità di Sistiana